Floris sviluppa la sua ricerca in un ambito che sta tra l’arte e il design.
Raccoglie oggetti appartenuti ad altri, in cui l'emozione del ricordo è in qualche modo leggibile.
Indumenti intimi o vecchi accessori conservano i segni del proprio vissuto: veri archivi della memoria, sui quali rivivono identità perse, e momenti di vita quotidiana.
Un modo per far rivivere tale ricordo, è dato dal recupero. Modificando l’oggetto usurato nel suo significato formale, si trasforma in qualcos’ altro pur conservando tracce della vita precedente.
Inevitabilmente diventa un elemento dal forte potere emozionale, non solo per quello che rappresenta, ma soprattutto, per la storia che si porta dietro.
Così l’opera s’ identifica con la persona e la persona diventa un oggetto da contemplare.
Un' etichetta, cucita su ogni capo, indica la provenienza e il nome dell'ex propietario.
" Ho chiesto ad amici, parenti e sconosciuti di spedirmi dei capi di abbigliamento: maglioni di lana lisi, consumati e infeltriti. In poco tempo ho accumulato una quantità consistente di derelitti intimi dall'indentità e funzionalità perduta.
Modificando questo materiale ho progettato dei cappelli."Un' etichetta, cucita su ogni capo, indica la provenienza e il nome dell'ex propietario.